Il cibo del futuro coniugherà benessere e sostenibile, per andare incontro alle esigenze del pianeta ormai in costante affanno, come dimostrano i cambiamenti climatici dell’epoca attuale.
I capisaldi del cibo del futuro
![Carne e verdura](https://www.viveregreen.com/wp-content/uploads/2022/10/Cibo-del-futuro-1.jpg)
Si stima che entro il 2050 la popolazione globale raggiungerà i 10 miliardi. Nel 2019 la commissione EAT-Lancet ha proposto una dieta ideale per centrare entrambi gli obiettivi, dove gli alimenti vegetali rappresentano la base. Eppure, una criticità di fondo persiste: la povertà, estremamente diffusa in certe aree. In alcune zone, una quota di fonti animali saprebbe fare la differenza per migliorare la qualità nutrizionale dei pasti.
![Tacchino](https://www.viveregreen.com/wp-content/uploads/2022/10/Cibo-del-futuro-2.jpg)
In altre, ovvero nei Paesi sviluppati, dove la carne ha valore anche culturale e tradizionale, si potrebbe ricorrere in futuro alla cosiddetta carne sintetica, che già da alcuni anni è in fase sperimentale.
Si tratta, in buona sostanza, di carne ottenuta in vitro mediante tecniche di agricoltura cellulare, le quali consentono di far crescere e moltiplicare cellule prelevate da un animale vivo. Così facendo andrebbero a ridursi gli allevamenti intensivi e le annesse emissioni.
![Carne con il rosmarino](https://www.viveregreen.com/wp-content/uploads/2022/10/Cibo-del-futuro-3.jpg)
Il punto di partenza – spiega la Fondazione Umberto Veronesi – sono le strategie globali per soddisfare il fabbisogno alimentare di tutti e risparmiare risorse, quali:
- perseguire la sostenibilità nel quotidiano;
- essere al corrente dell’impatto del nostro stile di vita;
- indurre, mediante i nostri comportamenti individuali, verso cambiamenti di massa.
L’impronta materiale costituisce uno strumento volto a misurare e gestire od ottimizzare il consumo di risorse, comprendente alloggio, riscaldamento, elettricità, mobilità quotidiana, cibo e bevande, articoli domestici e turismo.
Nel panorama europeo l’impronta materiale pro-capite è pari a 31 mila kg. Stando a recenti studi, per essere ritenuta sostenibile, deve, invece, scendere a 8 mila kg. La composizione non è uniforme, bensì tende a cambiare di parecchio in relazione ai valori, alle esigenze e alle aspirazioni dello stile di vita di ciascun individuo.