Vivere Green
Primo piano pannelli fotovoltaici

Riciclare i pannelli solari si può, un’azienda già lo fa: ecco dove e cosa fanno

La diffusione dei pannelli solari su scala mondiale è un fenomeno attuale. Le sue origini risalgono, tuttavia, molto indietro nel tempo, addirittura al 1700, quando vennero per la prima volta introdotti in Svizzera, ma solo negli ultimi anni c’è stato il boom. Per quanto la tecnologia permetta di ridurre l’impatto ambientale, nemmeno loro sono immuni da criticità.

La maggiore sfida da vincere consiste nel darvi una seconda vita, altrimenti si prospetta una quantità di rifiuti incredibile. Stando ai numeri registrati dagli esperti, entro la fine del decennio potrebbero ammontare a circa 4 milioni di tonnellate quelli provenienti dal fotovoltaico. Che diventerebbe oltre 200 milioni nel 2050. Questo almeno se la durata degli apparecchi verrà limitata a un periodo compreso tra i 20 e i 30 anni.

Pannelli solari: quest’azienda li ricicla

Primo piano pannelli fotovoltaici

Nella città di Yuma (Arizona), poco lontano dalla Baja della California esiste, però, un’impresa determinata a riscrivere la storia. Parliamo della We Recycle Solar, una giovane compagnia specializzata nel riciclo di tali componenti. A oggi, in pochi hanno gli strumenti e l’esperienza idonei in una tipologia di servizio che sarà cruciale saper espletare in futuro.

Pannello fotovoltaico

Nello specifico, l’impresa sa riparare i pannelli solari ormai giunti alla fine del ciclo di vita, attraverso la sostituzione delle parti non più funzionanti. Così potranno essere reimmessi sul mercato, scongiurando il rischio di danneggiare il Pianeta. E, dunque, di sortire disagi anziché benefici, il che sarebbe un controsenso bello e buono, sicché il motivo dietro il loro successo è l’approccio green.

Pannelli fotovoltaici

L’idea sta raccogliendo ampi consensi da parte degli operatori della filiera, nonché delle istituzioni, dato il notevole risparmio di soldi e di materiale di scarto. Qualora l’iniziativa prendesse piede, allora non vi sarebbe più il problema di trovare un adeguato luogo di smaltimento.

O, perlomeno, si prolungherebbe in misura sensibile il tempo di permanenza in commercio. E a trarne vantaggio sarebbe l’intera comunità, sia le aziende sia i comuni cittadini.