Manuel MagariniIl rispetto dell’ambiente può e deve essere conseguito attraverso varie soluzioni. Ognuno nel suo piccolo (come speriamo vi ricordiamo) ha modo di dare un contributo importante tra le mura domestiche. Allo stesso modo, è possibile assumere decisioni virtuose durante i viaggi in aereo. Un numero, ancora ristretto ma in crescita, di compagnie sta via via proponendo l’opzione no pasto.
Anche qui già ve ne abbiamo parlato, in riferimento alla Japan Airlines, che da anni porta avanti l’iniziativa con successo. Dal 2022 pure l’americana Delta ha intrapreso la stessa politica, una strategia diretta alla salvaguardia dell’ambiente.
Opzione no pasto: perché sempre più compagnie aeree lo prevedono
Tale decisione segue uno studio accurato, svolto in prima persona dalla società. Che ha cercato di andare a fondo sulla situazione attuale, per quanto riguarda gli sprechi alimentari. In totale, circa 1.500 pasti al mese non viene consumato. Sebbene rappresenti appena lo 0,3 per cento del totale, costituisce un valore significativo, equivalente a 18 mila pasti ogni 365 giorni.
Da qui l’opzione no pasto ora prevista per i passeggeri. Che, se sono già sicuri di non avvalersene, hanno l’opportunità di assumere una scelta nobile. Su quale fine facciano i pasti non è dato stabilirlo con assoluta sicurezza.
A volte se ne servono gli assistenti di bordo, in altre vengono rispettati gli accordi siglati con banchi alimentari e ong, una fetta cospicua viene bruciata o finisce dritta in discarica. Nel caso della Japan Airlines, viene oggi fatta un’offerta a Table for Two, associazione di beneficenza che prevede pranzi scolastici gratuiti ai bambini poveri.
Nonostante la destinazione cambi da realtà a realtà, un punto fermo rimane: l’occasione concessa ai clienti di ottimizzare le risorse. Avere la consapevolezza di aver fatto un primo passo. Poi spetterà alla compagnia aerea trasformare la buona azione in un aiuto concreto, ai meno fortunati e all’ecosistema.
Flavia Stinchelli
Manuela Chimera
