Monica InnauratoIl lago di Urmia è un corpo idrico situato nella provincia dell’Azerbaijan Orientale, nell’Iran nord-occidentale. È il più grande lago di acqua salata del Medio Oriente e un’importante risorsa naturale per l’Iran. Purtroppo a causa di una serie di fattori il lago si sta prosciugando a ritmo preoccupante.
A lanciare l’allarme è stato il quotidiano Samat, una testata che si occupa dei diritti umani e della democrazia, censurata più volte dal governo. In base a quanto emerge che nell’ultimo anno l’80% delle acque del lago sono andate perse, con enormi ripercussioni sull’economia e sul clima di molte regioni dell’Iran.
Il lago di Urmia è alimentato da diversi fiumi e sorgenti, ma la diminuzione delle precipitazioni e l’eccessivo sfruttamento delle risorse idriche dall’agricoltura e l’industria hanno portato a una significativa riduzione del flusso d’acqua verso il lago.
Le conseguenze del prosciugamento del lago di Urmia
Le conseguenze di questo prosciugamento sono numerose e riguardano sia l’ambiente che la popolazione locale. La flora e la fauna uniche dell’area sono state fortemente colpite. Le alghe e i microorganismi che vivevano nelle acque del lago sono pressoché scomparsi e molti uccelli migratori si sono spostati altrove in cerca di cibo e habitat adatti.
La popolazione che abita le zone circostanti il lago ha subito anche un impatto significativo. L’industria della pesca, una delle principali fonti di sostentamento per la popolazione locale, è crollata a causa della riduzione del livello dell’acqua e della sua salinizzazione. Molte famiglie che dipendevano dalla pesca per vivere si sono trovate senza lavoro e in povertà.
Di fronte a questa grave crisi, il governo iraniano ha adottato una serie di misure per cercare di salvare il lago di Urmia. Purtroppo però ma le azioni intraprese sono state insufficienti. È necessario un intervento da parte della comunità internazionale per prevenire una catastrofe ecologica, altrimenti il lago è destinato a scomparire entro pochi anni.
Flavia Stinchelli