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Sembrano pappagalli ma non lo sono e sono anche vietati, ecco in realtà di cosa si tratta

Quelli che potrete notare in foto, sembrano piccoli pappagalli intenti a sorseggiare acqua. In questi strani esseri non sono altro che particolarissime piante, le Asclepias Syriaca, soprannominate per l’appunto, le piante di pappagalli.

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L’Asclepias syriaca, comunemente nota come swida è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Asclepiadaceae. Questa pianta è caratterizzata da un fusto eretto e ramificato che può raggiungere un’altezza di circa 1 metro. Le foglie sono ovali, lunghe circa 10-15 centimetri, di colore verde scuro e ricoperte da peli fini sulla superficie superiore.

Ma la caratteristica che rende spettacolare questa pianta è rappresentata dai bellissimi fiori, somiglianti a dei pappagallini, ricchi di nettare e ottima fonte di cibo per insetti impollinatori come api o farfalle.

Questa pianta si adatta bene a diverti tipi di ambiente e può prosperare in una varietà di condizioni. Tollera bene la siccità, ha radici lunghe e profonde che le permettono di sopravvivere in suoli poveri di nutrienti e poco drenanti. Inoltre è in grado di sopportare il freddo intenso e le basse temperature invernali.

pianta di pappagallini

Le proprietà dell’Asclepias syriaca

In inglese il suo nome è Milkweed, ossia pianta da latte, per via lattice ricavato dalle foglie, con cui si producono gomma e colla. Di questa pianta non si utilizzano soltanto le foglie ma anche i frutti con i quali si realizzano giubbotti di salvataggio.

Le proprietà medicinali dell’Asclepias syriaca sono state riconosciute da molte culture nel corso dei secoli. I nativi americani utilizzavano le radici della pianta per trattare vari disturbi gastrointestinali, tra cui coliche, diarrea e vomito. Inoltre, le radici venivano utilizzate come diuretico e per alleviare il mal di schiena. Alcune tribù utilizzavano anche la pianta per aiutare nella guarigione delle ferite e come rimedio per le malattie polmonari.

Tuttavia in Europa, la coltivazione di questa pianta è vietata in quanto trattandosi di un vegetale non autoctono, che mette rischio l’equilibrio del nostro ecosistema.