Vivere Green
Mani sui capelli

Quanti pesticidi nei capelli! Uno su tre è contaminato

Non solo i terreni, ma anche le acque e l’aria che respiriamo: i pesticidi chimici provenienti dall’agricoltura sono presenti ovunque anche nei capelli. Inoltre, sarebbero sempre più presenti negli organismi degli animali e degli esseri umani. 

A rilevarlo è Check Up Pesticidi, una campagna promossa dalla Coalizione europea Good Food Good Farming, in grado di coinvolgere 300 cittadini europei. Nella fattispecie, i ricercatori ne hanno analizzato i capelli alla ricerca di 30 pesticidi impiegati in agricoltura nei Paesi membri dell’Ue. L’obiettivo era quello di dimostrare che i pesticidi hanno finito per contaminare pure l’organismo umano, esposto di continuo alla loro presenza. 

Pesticidi nei capelli: i primi risultati

Mani sui capelli

Stando ai primi risultati pubblicati, in una persona su tre (28 per cento dei partecipanti) si sono rilevati pesticidi nei capelli. Dei 30 studiati (ossia l’80 per cento delle sostanze chimiche cercate) sono emersi 25 pesticidi nei campioni sotto osservazione. Il report completo sarà presto divulgato.

I dati hanno senza dubbio un valore simbolico, sicché il numero dei partecipanti all’attività di ricerca è davvero basso. Ciononostante, consiste in un campanello d’allarme significativo, perché attesta la diffusa contaminazione

Asciugarsi i capelli

Alla luce pure dei suddetti valori vengono raccomandate abitudini più virtuose. Attualmente l’Italia è fra i primi Paesi dell’Unione Europea in termini di consumo di pesticidi nel settore agricolo. Spagna, Italia, Francia e Germania (in questo ordine) coprono nel complesso il 75 per cento della totalità commercializzate nell’Ue. Ma le autorità comunitarie stanno prendendo iniziative per risolvere la questione?

Capelli ragazza

Mentre scriviamo sono attivi due piani aventi il proposito di tagliare metà dei pesticidi adottati nel Vecchio Continente da qui al 2030: Biodiversità 2030 e Farm to Fork

A tal proposito, la Commissione UE ha presentato lo scorso 22 giugno una proposta di regolamento, contenente i specifici target vincolati per i singoli Stati UE: agli italiani è stata raccomandata una contrazione del 2 per cento entro il 2030.