Il caffè è una delle bevande più consumate in Italia e nel mondo. Esso è ottimo a colazione, dopo il pranzo e per alcuni anche per lo spuntino del pomeriggio. Questa bevanda però contiene molta caffeina, una sostanza altamente eccitante a livello neurologico. Per tale motivo un suo abuso potrebbe portare a conseguenze lievi oppure gravi. Infatti i medici hanno studiato una correlazione fra l’eccessiva assunzione di caffeina e la comparsa di alcune patologie. Tuttavia un recente studio ci svela l’esatta dose di caffè che possiamo assumere quotidianamente, e ci sconsiglia a superare tale soglia al fine di evitare problemi fisici in futuro.
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Giusta dose di caffè giornaliera
La Baker Heart and Diabetes Research Institute dell’Australia ha effettuato uno studio in cui consiglia di assumere fino a 3 caffè al giorno, non di più. Così facendo, sempre secondo quest’associazione, si riduce notevolmente il rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari come ictus, infarti o ischemie del cuore. Tuttavia molti scienziati sono scettici e contrari a tale teoria.
La replica a questo studio è arrivata dall’University of South Australia, pubblicando una nuova ricerca a riguardo sull’American Jourana of Clinical Nutrition. Il loro studio è stato effettuato analizzando più di 350mila pazienti, di età compresa fra i 37 e i 73 anni. Da questa ricerca è emerso che i soggetti che assumevano 6 o più tazzine di caffè durante il giorno avevano il 22% di possibilità in più di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto agli individui che ne bevevano di meno.
![Dose di caffè, ecco quella consigliata](https://www.viveregreen.com/wp-content/uploads/2022/12/dose-di-caffe1.jpeg)
Inoltre scoprirono una relazione fra chi aveva avuto precedenti problemi al cuore e l’uso del caffè. Infatti questi pazienti non potevano superare la dose giornaliera di 3 caffè, mentre invece i soggetti sani potevano arrivare a 6 caffè giornalieri senza avere conseguenze rilevanti. Questo è dovuto al fatto che la caffeina innalza velocemente la pressione sanguigna, causando così ipertensione arteriosa.