Vivere Green

MAI usare questi prodotti anticalcare: ti spiego il perché

Uno dei problemi più comuni nelle nostre case è la presenza del calcare. Rubinetti, lavandini, doccia, vasca da bagno, tubature… Ovunque ci sia dell’acqua ecco che farà prima o poi la sua comparsa il calcare. Ben che vada macchiando le superfici, mal che vada ostruendo tubature e contribuendo al mal funzionamento di elettrodomestici di uso come la lavatrice, la lavastoviglie, il ferro da stiro o la macchinetta del caffè. La tentazione, spesso, è quella di usare degli anticalcare chimici per risolvere il problema. Tuttavia dobbiamo considerare che, spesso, questi prodotti contengono molecole tossiche per la nostra salute e inquinanti per l’ambiente.

Quali prodotti anticalcare non usare?

La maggior parte dei prodotti anticalcare, utilizzati per contrastare macchie e depositi di carbonato di calcio, contengono acido cloridrico, acido fosforico e acido muriatico. Sono tutte sostanze tossiche e irritanti, sia per inalazione che per contatto e ingestione. Inoltre non dimentichiamoci che inquinano l’ambiente.

calcare

La maggior parte dei prodotti che troviamo in commercio contengono di queste molecole. Anche se li trovate addizionati con sostanze naturali, la base è sempre quella. Senza fare nomi commerciali, ecco quelli più comuni in cui potreste imbattervi:

  • anticalcare a base di acido formico addizionato con acido citrico, Hexyl cinnamal (potenziale allergene), Benzyl salicylate (potenziale allergene) e Sodium xylenesulfonate, biodeagradabile solo in maniera aerobica
  • anticalcare a base di fosfonati (si biodegradano scarsamente per via aerobica e non si biodegradano per via anaerobica) addizionato con aceto, eucalipto, Linalool (potenziale allergene) e colorante CI 42051 (scarsamente biodegradabile)
  • un anticalcare con acido solfammico (irritante e inquinante per le falde acquifere)
  • anticalcare con acido fosforico (fortemente inquinante) e acido citrico
  • anticalcare con acido formico e acido citrico (entrambi biodegradabili), addizionato con il 2-Propylheptanol ethoxylate (non si sa se sia biodegradabile anaerobicamente) e co-polimeri vinilici (di origine plastica)
calcare e carta stagnola

Cosa usare, dunque? Beh, perché non del semplice acido citrico. Costa poco, è ecologico, non è tossico e non inquina l’ambiente. È vero, non serve molto a prevenire la formazione del calcare, ma è abbastanza acido da riuscire a scioglierlo.