Vivere Green

La soluzione e la prevenzione per evitare questo problema nelle nostre piante: è alla portata di tutti

Le rose sono bellissime, ma, purtroppo, anche molto delicate, specialmente se affette dalla cosiddetta ticchiolatura delle rose, una delle malattie fungine più pericolose in quanto difficile porvi rimedio. Veicolato dal vento e dalle piogge, questo fungo si deposita sulla superficie fogliare, andando a formare delle macchie nerastre.

Così la pianta si indebolisce, a causa del continuo deperimento e ricrescita dei germogli. Di conseguenza, la fioritura ne è compromessa. Il fungo può colpire sia le coltivazioni intensivi sia i nostri giardini. Non appena noti i sintomi, provvedi a eliminare le foglie colpite e allontanale anche dalla pianta. L’ideale sarebbe bruciarle, data la sua propensione a diffondersi.

Cos’è e in che modo affrontare la ticchiolatura delle rose

Il fungo attacca principalmente le rose in miniatura, anche se può anche aggredire qualsiasi tipologia della famiglia. Per scongiurare o perlomeno ridurre la possibilità di ticchiolatura ti raccomandiamo di scegliere con attenzione il luogo di esposizione.

Opta in favore di una zona soleggiata e con ricambio d’aria. Dunque, evita gli angoli chiusi e ombreggiati, che ne favoriscono la comparsa. Non annaffiare le foglie a pioggia, ma tieni il terreno abbastanza umido, bagnandolo con moderazione. Di solito, la malattia viene a manifestarsi con le temperature comprese tra i 20 e i 25 gradi. 

Foglie con macchie nere

Per quanto riguarda la concimazione, è indicato usare il rame, senza, però, esagerare: bastano uno o due trattamenti. In alternativa, danno dei buoni risultati il bicarbonato di sodio, dalle conclamate proprietà disinfettanti e pulenti, e la zeolite, dall’azione depurativa.

Ticchiolatura delle rose

Inoltre, è efficace il Bacillus Subtilis, un particolare batterio naturalmente presente nel terreno. Esso è in grado di contrastare la formazione di malattie fungine delle piante. In commercio ci sono dei prodotti che lo contengono, ma sono ancora piuttosto rari. La tempestività di intervento è fondamentale per arginare il problema e scongiurarne la proliferazione.