Vivere Green

Fate molta ATTENZIONE al pesce che consumate: ecco cosa ha trovato al suo interno

Il mercurio nel pesce è una minaccia concreta da cui guardarsi bene. Intendiamoci: consumare pesce fa bene al nostro organismo, tanto che, stando agli esperti della nutrizione, sarebbe buona cosa mangiarlo dalle due alle tre volte alla settimana. Detto ciò, bisogna prestare riguardo a quale tipo mettiamo nel nostro piatto.

Difatti, alcuni di essi ne hanno più di altri. In particolare, ne esiste uno, molto apprezzato dagli italiani, dall’elevato concentrato di metilmercurio. Onde evitare di ravvisare effetti controindicativi, prendine atto la prossima volta che ti trovi in una pescheria.

Mercurio nel pesce: la specie da consumare con moderazione

Le specie con un maggiore livello di sostanze nocive sono quelli in cima alla scala piramidale, ovvero i predatori. Ciò dipende dal fatto che mangiano tanti pesci, a loro volta contenenti tracce di mercurio. Messi insieme tra loro fanno aumentare la percentuale di questo agente tossico.

Premesso che per nessuno è salutare, risulta altamente sconsigliato per determinate fasce della popolazione come le donne in età fertile, in gravidanza, in fase di allattamento e i bambini. Soprattutto loro possono avere dei seri disturbi dettati dall’eccesso di metilmercurio.

Pesca spada

Le aree maggiormente colpite del nostro corpo sono il sistema nervoso centrale e i reni. Addirittura, secondo certi medici avrebbe delle ripercussioni sullo sviluppo delle capacità cognitive. Comunque, prima di essere così catastrofici, occorrono ulteriori studi che confermino tale tesi.

Piatto di pesce

In apertura dicevamo che il mercurio è presente in importanti quantità dei predatori, uno dei quali è il pesce spada. Parecchio diffuso nella cucina italiana, conterrebbe in media 0,97 mg/kg. Un valore senz’altro non trascurabile, specialmente alla luce degli effetti negativi del metilmercurio.

Anche i crostacei ne possono, a loro volta, essere contaminati. Pertanto, sarebbe preferibile comprare prodotti provenienti da allevamenti ittici. Privarsi della fonte di nutrimento è, però, altrettanto sbagliato. Per andare sul sicuro, si possono chiedere informazioni direttamente al pescivendolo di fiducia.