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Deposito microplastiche

La sconvolgente scoperta da uno studio sugli effetti delle microplastiche sugli esseri umani: cosa è emerso

Nell’epoca recente le microplastiche hanno cominciato a insidiarsi in materiale pericolosa all’interno della catena alimentare. Da tempo se ne parla, e spesso vi torniamo anche noi su queste stesse pagine.

La novità è che, dopo un accurato studio di ricercatori, sappiamo ogni quanto tempo può raggiungere il cervello. La barriera emato-encefalica dovrebbe tenere alla larga gli agenti patogeni, ma tale tipologia di materiale è in grado di superarla.

I risultati dello studio svela gli effetti delle microplastiche sul corpo umano

Deposito microplastiche

A renderlo possibile – spiegano i ricercatori della Medical University of Vienna (Austria) – è la cosiddetta corona biomolecolare. Il report, pubblicato tra le pagine della rivista scientifica Nanomaterials, consente di avere un quadro piuttosto dettaglio sulla materia, mettendo in evidenza degli aspetti fin qui sconosciuti. Il test è stato condotto sul polisterene, un materiale di ampio ricorso nel quotidiano, spesso impiegata nel confezionamento dei beni di natura alimentare.

Microplastiche in mano

Per quanto riguarda gli effetti deleteri serviranno degli ulteriori accertamenti. Al momento, è, dunque, possibile basarsi su semplici ipotesi. Che non invitano, comunque, a rimanere tanto sereni, sicché, spiegano gli esperti, sarebbero potenzialmente in grado di arrecare dei danni di differente tipo, quali infiammazioni, disturbi neurologici e malattie neurodegenerative, tipo il Parkinson o l’Alzheimer.

Prima di stabilirlo con assoluta certezza occorrerà eseguire delle indagini più approfondite, indirizzate a conoscere meglio un fenomeno di cui sappiamo tuttora poco.

Pesce morto

I risultati fanno venire i brividi, in quanto, anche se della questione delle microplastiche se ne parla spesso, non era ben chiaro la loro forza. Sebbene sia invisibili all’occhio umano, hanno ormai preso posto nella catena alimentare e toglierle sarà difficile. Per l’università di Vienna il problema va affrontato subito, limitando il più possibile il contatto e l’esposizione alle microplastiche. Nel frattempo, attendiamo degli approfondimenti a riguardo, così da avere un quadro della situazione ampio e accurato.