La crescente popolarità del veganismo in Italia ha attirato l’attenzione negli ultimi anni, evidenziando un cambiamento significativo nelle abitudini alimentari della popolazione. Diverse indagini hanno rivelato che una percentuale crescente di italiani sta abbracciando uno stile di vita privo di prodotti animali, sia per motivi etici che per benefici per la salute. La consapevolezza riguardo alle scelte alimentari e il desiderio di un’alimentazione più sana sono alla base di questa evoluzione.

La crescita del veganismo in Italia e i dati recenti
Negli ultimi anni, il numero di persone che si identificano come vegani in Italia ha raggiunto il 2,3% della popolazione, mentre il 7,2% adotta una dieta vegetariana. Questi dati, provenienti da ricerche condotte da Eurispes, mostrano un trend in continua crescita, con un aumento dell’interesse per le diete a base vegetale. In occasione del World Vegan Day, figure pubbliche di spicco, tra cui atleti e attori, hanno nuovamente messo in luce il loro sostegno per uno stile di vita vegano, contribuendo a diffondere consapevolezza e ad educare il pubblico sui benefici di tali scelte alimentari. Tuttavia, è fondamentale adottare un approccio informato e consapevole per evitare possibili carenze nutrizionali che possono derivare da una dieta non ben bilanciata.
Vantaggi e rischi della dieta vegana
Secondo il medico psichiatra e nutrizionista Stefano Erzegovesi, non tutti i regimi alimentari vegani garantiscono automaticamente un miglioramento della salute. Infatti, molti prodotti vegani industriali, come pane bianco, snack e bevande zuccherate, sono poco nutrienti e potrebbero compromettere il benessere generale. È importante evitare il consumo eccessivo di cibi vegani pronti, come hamburger vegetali e formaggi alternativi, che spesso contengono ingredienti altamente processati e non salutari. Ricerche recenti suggeriscono che chi segue una dieta vegana basata su alimenti ultraprocessati può presentare una salute peggiore rispetto a chi mantiene una dieta onnivora equilibrata.
Una dieta vegana sana si fonda su alimenti integrali e non trasformati, nota come “Whole food plant-based diet”. Questa alimentazione, caratterizzata dall’assunzione di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, semi e noci, ha dimostrato di ridurre significativamente l’infiammazione cronica, il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e tumori. Erzegovesi esorta a non sentirsi obbligati a diventare vegani al 100%, ma piuttosto a considerare una diminuzione del consumo di carne e derivati animali, avvicinandosi a una dieta mediterranea tradizionale, che prevede almeno il 90% di alimenti vegetali.

Considerazioni nutrizionali per chi segue una dieta vegana
Un mito comune riguardante le diete vegane è la preoccupazione di non ricevere a sufficienza proteine. Un’alimentazione ricca di cereali integrali, legumi e verdure, unita a un adeguato apporto calorico, può garantire il fabbisogno proteico. Combinazioni come pasta con lenticchie, riso con piselli o farro con ceci sono esempi di piatti che offrono un equilibrio nutrizionale ideale.
Tuttavia, chi segue un regime alimentare vegano deve prestare particolare attenzione all’integrazione di alcune vitamine e minerali fondamentali. La vitamina B12 e la vitamina D sono nutrienti critici che, essendo scarsi negli alimenti vegetali, devono essere assunti tramite integratori. La carenza di vitamina B12 può causare seri problemi neurologici negli adulti e gravi alterazioni nello sviluppo del sistema nervoso nei bambini. Inoltre, le donne vegane in gravidanza o in fase di allattamento dovrebbero considerare l’assunzione di integratori di omega-3, poiché le fonti vegetali come noci e semi di lino non forniscono quantità sufficienti per soddisfare le necessità fisiologiche.