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Doggy Bag per il cibo

Sprechi alimentari: agli italiani piace la doggy bag

Ma quanto piacciano agli italiani le doggy bag? Beh, tanto a quanto pare visto che il 39% delle persone intervistate durante un’indagine realizzata da Coldiretti/Ixé ha dichiarato di portarsi regolarmente a casa gli avanzi dei piatti mangiati al ristorante, abitudine assai utile per contrastare gli sprechi alimentari. Con il termine di dobby bag intendiamo, ovviamente, quei contenitori in cui alcuni ristoranti permettono di portarsi a casa il cibo avanzato dal cliente, in modo che non vada sprecato. Da non confondere con DoggyeBag, una pasticceria artigianale per cani italiana.

Doggy bag contro gli sprechi alimentari: come funziona?

Spreco alimentare: pizza nella doggy bag

Molto diffusa nei paesi anglofoni, da qualche anno a questa parte sta prendendo piede anche qui da noi la doggy bag. Il suo funzionamento è semplice. Hai presente quando vai in pizzeria, prendi una pizza, ma non riesci a finirla tutta? È un peccato lasciarla lì nel piatto. O anche quando vai in un ristorante a base di pesce, ordini un menu matrimonio con cinque antipasti caldi, cinque antipasti freddi, due primi, una zuppa, un pesce al forno, la frittura e anche il dessert, ma ti rendi conto di aver esagerato e di non riuscire a mangiare tutto? Perché non portarsi a casa quanto già ordinato, pagato, ma non consumato?

È proprio questa la filosofia che sta dietro alla doggy bag. Pratica che piace a 4 italiani su 10. Soprattutto in questo periodo di crisi economica, con i rincari di materie prime e energia alle stelle, l’inflazione e via dicendo, ecco che una doggy bag non aiuta solo a combattere gli sprechi alimentari (perché buttare via dell’ottimo cibo che potremmo tranquillamente mangiare riscaldato il giorno dopo? E se vuoi degli altri consigli per combattere gli sprechi alimentari, li trovi qui), ma aiuta anche il portafoglio.

Se il 39% degli italiani ha preso l’abitudine di chiedere la doggy bag, ecco che il 17% non la chiede molto spesso, mentre addirittura il 12% si rifiuta di chiederla, considerandola una cosa da maleducati o vergognandosi. C’è poi anche il 22% che ammette di non lasciare neanche una briciola nel piatto. I rimanenti, invece, non la chiedono semplicemente perché non se ne farebbero niente.

Da dove origina il termine doggy bag?

Piatti al ristorante

Il termine “doggy bag” in inglese vuol dire “borsa per cani”. Tutto nasce negli anni Quaranta quando, con queste termine, veniva chiamato un contenitore in cui si portavano a casa gli avanzi dei pasti al ristorante. Questi avanzi sarebbero poi stati dati agli animali domestici (anche se sappiamo bene adesso quanto sia nocivo il nostro cibo per gli animali, troppo condito e speziato).

Tuttavia durante la Seconda Guerra Mondiale la fame e le difficoltà economiche si facevano sentire. Così la popolazione si chiese perché non portarsi a casa quegli avanzi, perfettamente edibili e mangiarseli lei stessa. Così negli Stati Uniti i ristoranti cominciarono ad offrire ai clienti meno danarosi la possibilità di portarsi a casa il cibo avanzato. La scusa era quella di darli al cane, ma in realtà era un modo per fornire cibo anche a chi si vergognava di chiedere la doggy bag pur non avendo veramente un cane.

Tuttavia gli americani non hanno inventato niente. Per esempio, gli antichi romani erano soliti portarsi a casa gli avanzi del cibo in tovagliolini appositi. Nel Medioevo, invece, gli avanzi venivano riservati alla cucina, ai servi e ai mendicanti.