Vivere Green

Sapete quante volte si può consumare la carne per salvare il Pianeta? La nuova scoperta da uno studio

Systems Change Lab, entità costituita da associazioni di ambientalisti e istituti di beneficenza, ha pubblicato il nuovo report State of Climate Action 2022, dove si invita anche a un minor consumo di carne.

Consumo di carne e le altre aree per limitare l’ambiente

I dati, che saranno presentati al vertice delle Nazioni Unite sul clima Cop27, previsto in Egitto all’inizio di febbraio, tira le somme sul comportamento tenuto da privati, imprese e Stati nel corso degli ultimi dodici mesi. Gli esperti hanno rilevato dei punti critici, sui quali lavorare per conseguire gli obiettivi fissati dalle autorità, ovvero:

  • dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030;
  • limitare l’incremento della temperatura globale di 1,5 °C.
Carne alla griglia

Al momento attuale una delle aree più carenti riguarda proprio il consumo di carne. Nel 2022 le chilocalorie di prodotti bovini al giorno consumate dai maggiori mercati sono state di 91, contro un target di 79. La popolazione mondiale non deve depennare totalmente la carne dal regime dietetico; tuttavia, sarebbe buona cosa mangiare non più di due hamburger a settimana

Stando alle rilevazioni effettuate dagli esperti, basate su 40 indicatori chiave, l’impiego dei trasporti pubblici dovrebbe essere di sei volte superiore a quello attuale. Le emissioni nocive delle auto costituiscono un problema serio, da affrontare con attenzione.

A tal proposito, un piccolo spiraglio di luce deriva dai dati commerciali. Una vettura su dieci venduta nel 2022 ha alimentazione elettrica, mentre nel 2021 era la metà. Le soluzioni di mobilità individuate dalla Commissione Europea prevedono pure il bando dei mezzi endotermici nel 2035.

Carne alla griglia

Pertanto, la quasi totalità delle Case operanti nel Vecchio Continente sta effettuando grossi investimenti nel comparto dei veicoli a batteria. Per avviarsi nella giusta direzione, la ricerca sottolinea l’importanza di fermare la deforestazione e di disinvestire sulle industrie pesanti, come quelle dell’acciaio e del cemento.