Vivere Green

Presto potrebbero essere vietate le buste di insalata dai supermercati: il motivo è diverso da quello che tutti credono

Buste di insalata ed anche altri ortaggi o frutta presto potrebbero essere vietate, una decisione della commissione Europea.

Quando andiamo al supermercato è la normalità trovare insalate già pronte in busta, come ad esempio anche le fragole e le zucchine. Tanto comode quanto inquinanti, infatti uno dei tanti obbiettivi mondiali è quello di ridurre la plastica. Un esempio è quello di alcuni fast-food famosi, che hanno già iniziato a distribuire cannucce e bicchieri in cartone. Anche l’ Unione Europa è decisa ad agire per contribuire a ridurre l’inquinamento da plastica, vietando le buste di insalata e non solo dagli scaffali.

Direttiva Ue sulle buste di plastica

Il Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, che modifica il regolamento (UE) 2019/1020 e la direttiva (UE) 2019/904 e che abroga la direttiva 94/62/CE, stabilisce la definizione di “imballaggio superfluo“. Con questo termine si intendono tutti gli imballaggi in plastica che contengono prodotti ortofrutticoli dal peso inferiore ad 1,5 kg.

buste di plastica e fragole

Un regolamento che parla chiaro che agli occhi di tanti è giusto ma difficile da applicare. Infatti è risaputo di come la plastica stia inquinando il pianeta ora, più che mai, ma alcuni gruppi legati con gli agricoltori ed il settore agroalimentare ha altre opinioni. La Coldiretti ad esempio, ha espresso la sua opinione riguardo ai pro ed ai contro rispetto all’utilizzo delle buste di plastica negli imballaggi.

Pro e contro delle buste di plastica

Il vantaggio di eliminare del tutto gli imballaggi in plastica di dimensioni più piccole è abbastanza evidente: mettere al bando un bel po’ di materiali inquinanti, il cui utilizzo è definito appunto “superfluo”.

pesche in buste

La Coldiretti segnala però anche degli svantaggi. Si tratta in particolare di problemi dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, così come i costi per i produttori e di conseguenza per i consumatori.