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alghe decorative

Pessima idea quella di rilasciare alghe decorative in mare: quello che sta accadendo è molto grave

Beh, diciamo che da un istituto del genere non ci aspettavamo una svista del genere. Il Museo Oceanografico di Monaco, infatti, ha rilasciato nel mar Mediterraneo delle alghe decorative che stanno ora invadendo e danneggiando l’ecosistema. In pratica queste alghe hanno invaso velocemente un tratto di costa lungo più di 190 chilometri.

Quale danno stanno causando ai mari queste alghe decorative?

alghe decorative

Le alghe in questione sono le Caulerpa taxifolia. Il loro soprannome è “alghe killer” in quanto sono capaci di creare tappeti enormi che soffocano roccia, fango e sabbia, distruggendo così l’habitat. Per qualche motivo, il Museo deve aver pensato che fosse una buona idea rilasciare in mare delle alghe chiamate “alghe killer”.

Non chiedeteci perché l’abbiano fatto. Queste alghe sono così devastanti che non solo soffocano il substrato su cui crescono, ma causano una netta diminuzione del cibo per i pesci che non possono così più nutrirsi e riprodursi. Inoltre non permettono più la crescita di stelle marine e anemoni che, in queste condizioni, non riescono a sopravvivere.

raccolta di alghe

Come se non bastasse, la Caulerpa è in grado di produrre tossine che impediscono ai pesci di cibarsi di tali alghe. Un sistema difensivo che, però, contribuisce alla loro crescita incontrollata.

Diciamo che da un’istituzione del calibro del Museo Oceanografico di Monaco ci saremmo aspettati un livello di attenzione maggiore visto che un ente del genere è ben consapevole della natura di certi organismi marini.

alghe in spiaggia

Quando si compiono determinate azioni, anche se apparentemente appaiono innocue, bisogna valutare bene tutte le possibili conseguenze per l’ambiente, gli animali e le piante. Anche perché, una volta che il danno è fatto, non si può più ritornare indietro.

Staremo ora a vedere come il Museo Oceanografico risolverà questo rilascio inopportuno. Se si potrà risolvere, visto che il tratto di costa invaso è ormai così vasto (e mentre scriviamo probabilmente le alghe continuano a diffondersi ulteriormente).