Oltre a prenderci cura di noi stessi, mangiare sano permette di aiutare l’ecosistema. Anche se a qualcuno magari sfugge, la scelta degli ingredienti è il primo passo da compiere affinché l’impatto sul Pianeta sia quanto più limitato.
Al fine di contrastare le cattive abitudini, negli ultimi anni ha visto la luce una nuova filosofia: quella della dieta dei climatariani. Il termine, coniato dal New York Times nel 2015, identifica un nuovo trend, dove al centro vi è la conservazione dell’ambiente.
Consigli per mangiare sano rispettando il Pianeta
![Alimentazione sana](https://www.viveregreen.com/wp-content/uploads/2022/10/Mangiare-sano-2.jpg)
Tra le buone abitudini, Tessa Gelisio richiama per Ecocentrica le più importanti:
- prediligere sempre i prodotti a km 0, così da limitare le emissioni dettate dai trasporti;
- rispettare le stagionalità;
- optare in favore di ortaggi e verdure da coltivazione biologica o rigenerativa, lasciando perdere l’agricoltura intensiva;
- acquistare cibi sfusi per ridurre l’inquinamento da packaging;
- limitare il consumo di carni rosse e prodotti di derivazione animale ottenuti da allevamenti intensivi.
![Frutta e verdura](https://www.viveregreen.com/wp-content/uploads/2022/10/Mangiare-sano-1.jpg)
Ogni anno un italiano getta in media 67 kg di cibo ancora perfettamente commestibilità. Per assumere un comportamento più virtuoso bisogna abbracciare la filosofia “zero-waste”, ovvero sprechi zero.
È sufficiente lasciarsi guidare da ingegno e creatività per ricavare delle gustose ricette da quelle che tendiamo a considerare uno scarto. Ad esempio, è bene recuperare le bucce di frutta e verdura.
![Petto di pollo](https://www.viveregreen.com/wp-content/uploads/2022/10/Mangiare-sano-3.jpg)
Difatti, costituiscono una generosa fonte di nutrienti e sali minerali immancabili per l’organismo. Tra le idee, possono essere immesse in una centrifuga o in un frullatore oppure essiccate, così da conferire un gradevole aroma ad ambienti e armadi.
Nei gambi rimangono dei fantastici micronutrienti, perciò non andrebbe gettati via. E gli scarti non commestibili sono reimpiegabili altrove. Ad esempio, i fondi del caffè permettono di rimuovere le incrostazioni dalle pentole, creare delle maschere rigeneranti e fertilizzare il terriccio delle piante ornamentali. Da una parte si riducono gli sprechi, dall’altra ringrazieranno sia il pianeta sia il portafoglio.