L’olio di tonno in scatola è un alimento comune nelle dispense di molti italiani, ma il suo utilizzo può sollevare questioni legate alla sicurezza alimentare. Le preoccupazioni riguardano la possibilità che l’olio possa contenere sostanze chimiche pericolose, rilasciate dai rivestimenti delle lattine. Due esperte spagnole hanno approfondito i rischi associati al consumo regolare di questi prodotti, evidenziando aspetti che meritano attenzione.

Riflessioni sulle lattine e la loro sicurezza alimentare
Le lattine rappresentano un metodo efficace di conservazione degli alimenti, in grado di preservarne freschezza e nutrienti per un lungo periodo. Tuttavia, la praticità delle scatolette di tonno nasconde potenziali pericoli legati ai materiali utilizzati per la loro fabbricazione. Le ricercatrici dell’Università di Santiago de Compostela, Antía Lestido Cardama e Lara Pazos Soto, hanno esaminato i rivestimenti interni delle lattine in collaborazione con l’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare e la nutrizione. Hanno scoperto che tali rivestimenti contengono frequentemente resine epossidiche a base di BADGE, un composto chimico associato al bisfenolo A (BPA), noto per le sue proprietà di interferente endocrino.
L’Unione Europea ha previsto il divieto del BPA in tutti i materiali a contatto con gli alimenti a partire dal 2025, ma i produttori hanno un periodo di transizione di 18 mesi per adeguarsi, con la possibilità di deroghe per un massimo di tre anni in caso di mancanza di alternative valide. Tuttavia, i derivati del BPA, come BADGE e ciclo-di-BADGE, continuano a essere utilizzati in molti contenitori e non sono ancora soggetti a regolamentazioni specifiche.
È importante notare che, anche se una lattina sembra intatta, i composti chimici possono migrare al suo interno, soprattutto in prodotti ricchi di grassi come il tonno in scatola. Questo fenomeno è accentuato anche da pratiche comuni, come il riscaldamento degli alimenti direttamente nella lattina, che possono aumentare il rilascio di sostanze nocive.
Impatti sulla salute e considerazioni cliniche
Sebbene le autorità europee stabiliscano limiti di sicurezza per la presenza di sostanze chimiche negli alimenti, è fondamentale considerare l’esposizione cumulativa nel tempo. Questa esposizione può avere effetti negativi sulla salute, specialmente per categorie vulnerabili come bambini e anziani. Gli interferenti endocrini, infatti, possono alterare il sistema ormonale, contribuendo a disturbi metabolici e problemi legati all’apparato riproduttivo.
La questione non si limita alla mera presenza di contaminanti, ma si concentra su quanto il nostro organismo riesca ad assorbirli. Studi condotti dal gruppo di ricerca FoodChemPack hanno rivelato che la bioaccessibilità di queste sostanze aumenta quando vengono ingerite insieme a cibi grassi. Fattori come l’età, il pH gastrico e la frequenza di esposizione possono influenzare ulteriormente il rischio di assorbimento di tali sostanze chimiche.

Raccomandazioni per un consumo consapevole
In considerazione delle ricerche presentate, le esperte suggeriscono di evitare il consumo dell’olio presente nelle scatolette di tonno e di smaltirlo in modo appropriato nei punti di raccolta designati. Per un’opzione più sicura, è consigliabile scegliere tonno al naturale o tonno conservato in vetro.
È altresì importante evitare di riscaldare direttamente gli alimenti all’interno delle lattine, poiché il calore può accelerare la migrazione dei composti chimici. Inoltre, limitare il consumo di alimenti in scatola ad alto contenuto di grassi è una strategia utile per ridurre il rischio di esposizione a sostanze potenzialmente dannose, come i derivati del bisfenolo.
La consapevolezza riguardo ai rischi legati al consumo di cibi in scatola è fondamentale per proteggere la propria salute e quella dei propri cari.