Vivere Green

Le spiagge ne sono invase, questi flaconi dalle case arrivano in mare: cosa è emerso da uno studio

In uno studio pubblicato da Legambiente è emerso che le spiagge italiane sono sommerse da rifiuti, mediamente 1.000 ogni 100 metri. Numeri da far accapponare la pelle, che vanno forse al di là della propria immaginazione. Comunque, le criticità riguardano tutto il mondo e non soltanto la nostra penisola.

La società del consumismo ha portato pure a questo genere di problemi, che meritano di essere affrontati in maniera accurata dagli scienziati. A stupire è, soprattutto, l’elevato concentrato di plastica per articoli di qualsiasi tipo, anche risalenti ai decenni scorsi.

I pesanti danni dei rifiuti sulla salute dell’uomo

Tra i “cimeli” rinvenuti lungo le spiagge sono stati, infatti, recuperati pure i flaconi di Cif, risalenti (leggete bene) persino agli anni Settanta. Sarebbe sufficiente prestare un minimo di attenzione e già la situazione cambierebbe di parecchio. Perché, ok, la politica internazionale viene al primo posto, ma nemmeno il singolo cittadino deve sentirsi libero di fare come gli pare e piace.

Conchiglia

In tal caso, infatti, arrecherebbe dei seri danni alla natura, cosa peraltro già fatta per tanto, troppo tempo. Ormai i campanelli d’allarme lanciati dall’ecosistema arrivano a cadenza quotidiana e l’unico modo di garantirsi un futuro (nonché alle prossime generazioni) è di darsi una regolata. Certe cattive abitudini vanno perse definitivamente, data la difficoltà nello smaltire la plastica.

Spiaggia

In base alle stime rese di pubblico dominio, per la loro completa decomposizione occorrono 450 anni. E poi le specie sia marittime sia fluviali se ne cibano in ingenti quantità e li andiamo ad assorbire noi stessi, quando ce le servono a tavola. Fuori i numeri? Ecco qua: ogni 260 grammi di pesce mangiato contiene 5 grammi in media di microplastiche.

La fotografia scattata invita a prendere coscienza delle scelte assunte pure dalle singole famiglie. È il caso di darsi una raddrizzata, come segnalano i report degli specialisti, volti a scuotere la coscienza civile. È l’ora di dire stop alle pratiche aggressive e controproducente: mettiamoci una mano sul cuore.