Vivere Green

I broccoli stanno scomparendo e la colpa è solo nostra: ecco il perché!

I broccoli negli ultimi anni stanno soffrendo, come altre specie, dei cambiamenti climatici, in particolare dell’aumentare delle temperature.

Infatti l’aumento delle temperature ha portato i broccoli a soffrire, questa sofferenza ovviamente compromette tutta la fisiologia della pianta, intaccandone anche la fioritura, la parte della piante che consumiamo.

I fiori dei broccoli

L’infiorescenza dei broccoli è proprio quello che noi raccogliamo, prepariamo ed infine portiamo sulle nostre tavole. Ed è proprio questa la parte della pianta che sta venendo a mancare negli ultimi periodi. Le temperature sempre più alte stanno minacciando queste coltivazioni, che necessitano di freddo per poter fiorire correttamente. Al loro posto rischiamo di avere ortaggi di gran lunga più simili ai cavolfiori, che sono più resistenti al calore. 

cavoli sostituti ai broccoli

I fiori dei broccoli si sviluppano normalmente quando la temperatura scende a circa 16 gradi centigradi. Non appena invece si superano i 22 gradi, le corone iniziano a deformarsi, quando invece la colonnina di mercurio raggiunge i 28º avviene una vera e propria deformazione. A causa delle temperature l’ortaggio rischia quindi di diventare un incrocio tra una testa di broccolo e una cagliata, cioè la parte di infiorescenza bianca tipica del cavolfiore, la sola ad essere commestibile.

Una possibile soluzione

Un gruppo di ricercatori ha trovato il fattore responsabile della sensibilità alla temperatura durante la fioritura, questo è la metilazione del DNA.

I ricercatori hanno quindi applicato la 5-azacitidina, una sostanza chimica nota per inibire un processo chiamato “metilazione del Dna”, in cui una piccola molecola viene aggiunta al Dna. La metilazione, un meccanismo che consente di attivare e disattivare i geni, in questo caso sopprime un gruppo di geni necessario per la normale produzione di teste di broccoli.

broccoli con radice

L’applicazione di questo inibitore delle modifiche del Dna ha permesso quindi alle infiorescenze di svilupparsi correttamente, come se fossero cresciute sotto i 16°.