La Sardegna sta affrontando una seria minaccia in questi giorni estivi, con l’emergere di un’invasione di vespe velutina, conosciute anche come calabroni asiatici. Questa situazione non solo attira l’attenzione dei turisti, ma preoccupa anche gli apicoltori e le aziende del settore, poiché l’ecosistema locale, in particolare le api, è in grave pericolo.

Ritorno dell’emergenza vespa velutina in Sardegna
La Sardegna, già nota per le sue splendide spiagge e il mare cristallino, è ora al centro dell’attenzione per una questione molto seria: l’invasione della vespa velutina. In particolare, la regione del cagliaritano ha registrato un numero crescente di segnalazioni riguardo alla presenza di questi insetti invasivi. Recentemente, a Cagliari, sono stati distrutti ben 15 nidi in un solo giorno, un dato che evidenzia la gravità della situazione. Il primo avvistamento confermato in Sardegna è avvenuto a Ilbono, in Ogliastra, dove un apicoltore ha notato un’attività sospetta attorno alle sue arnie. L’intervento degli esperti dell’Università di Sassari ha confermato la presenza della vespa velutina, avviando immediatamente un piano di monitoraggio e controllo.
Le operazioni di monitoraggio sono state implementate utilizzando tecnologie moderne, come i radiotrasmettitori, per localizzare i nidi di vespe. La scoperta di altri due apiari infestati ha ulteriormente sottolineato l’urgenza della situazione. Per affrontare l’invasione, è stato messo in atto un programma che coinvolge esperti locali e nazionali, ricercatori e tecnici apicoltori. Una delle azioni chiave è la segnalazione tempestiva agli organi competenti in caso di avvistamenti di vespe velutina. Questa minaccia non colpisce solo gli esseri umani, ma rappresenta un pericolo significativo per le api, essenziali per l’impollinazione e la biodiversità. La vespa velutina è un predatore naturale delle api, capace di catturarle in volo e portarle nei propri nidi per nutrire le larve, causando danni ingenti già in altre regioni italiane e mettendo ora a rischio anche la Sardegna.

Origini e diffusione della vespa velutina in Italia
La vespa velutina, originaria del sud-est asiatico, è arrivata in Europa nel 2005, probabilmente attraverso un carico di ceramiche proveniente dalla Cina, sbarcato nel sud della Francia. Da quel punto, ha iniziato a diffondersi rapidamente in diverse nazioni europee, inclusa l’Italia. Le prime colonie nel nostro Paese si sono stabilite principalmente nel nord, in regioni come Liguria, Toscana, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, dove la loro presenza è ormai consolidata da anni. Nel 2022, un focolaio particolarmente grave è emerso tra La Spezia e Massa Carrara, espandendosi lungo la costa toscana fino a coinvolgere città come Livorno, Lucca, Pisa e Firenze.
Caratterizzata da dimensioni maggiori rispetto alle vespe comuni, la vespa velutina presenta un corpo scuro e una banda arancione sull’addome. La sua capacità di diffusione rapida e il suo impatto devastante sugli allevamenti di api la rendono un problema serio. Quando le api percepiscono la presenza di questo predatore, tendono a rimanere nelle arnie, interrompendo la raccolta di nettare e mettendo in pericolo l’intero alveare. In risposta a questa emergenza, è stato attivato un coordinamento per il monitoraggio della specie, e nel 2023 è stata lanciata l’app gratuita STOP Velutina. Questa iniziativa, frutto della collaborazione tra apicoltori e ricercatori, permette ai cittadini di segnalare avvistamenti e contribuisce alla mappatura nazionale dell’insetto, essenziale per interventi tempestivi e mirati.