L’odore sgradevole che si sviluppa negli accappatoi, specialmente in quelli in spugna o microfibra, rappresenta una sfida per molte persone. I metodi tradizionali, come l’uso di detersivi profumati e lavaggi ad alte temperature, spesso non riescono a risolvere il problema. Questo è particolarmente vero durante i mesi più freddi o in ambienti con poca circolazione d’aria, dove l’umidità tende a persistere, favorendo il ritorno di quel cattivo odore.

Studi condotti dall’Università di Milano hanno messo in luce che la causa principale di questo fenomeno è riconducibile a batteri e microrganismi che prosperano nel tessuto, specialmente quando l’asciugatura non è completa. Tra i microrganismi identificati, il Moraxella osloensis risulta uno dei più significativi responsabili degli odori persistenti. La spugna ha la capacità di trattenere una notevole quantità di umidità, creando un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri, anche dopo cicli di lavaggio approfonditi.
La dinamica dei batteri negli accappatoi
La causa degli odori sgradevoli non è legata a una scarsa igiene, ma piuttosto a un complesso ecosistema batterico che si forma all’interno delle fibre del tessuto. Microrganismi come Staphylococcus aureus, ad esempio, mostrano una crescita accelerata su spugna umida rispetto alla microfibra. Questi batteri riescono a penetrare negli strati più profondi del tessuto, dove possono sfuggire ai normali processi di lavaggio.
In aggiunta a Staphylococcus, altri batteri come Bacillus e Pseudomonas, insieme a muffe microscopiche, formano colonie che non si limitano a rimanere in superficie. Ricerche effettuate dall’Università di Bologna hanno evidenziato che alcuni ceppi batterici sviluppano resistenza ai disinfettanti comunemente utilizzati in ambito domestico, rendendo inefficaci anche i trattamenti più intensivi e mantenendo attivo il ciclo di odori sgradevoli.
Tecniche innovative per eliminare i cattivi odori
Una soluzione innovativa per combattere i cattivi odori negli accappatoi consiste nell’utilizzare il congelatore. Secondo il Centro Nazionale per la Ricerca Biotecnologica, il congelamento a temperature di -18°C si è dimostrato efficace nell’inattivare i batteri mesofili, responsabili degli odori che si annidano nei tessuti. Questo processo interrompe la capacità dei batteri di generare composti maleodoranti.
Il congelamento agisce attraverso un meccanismo di criolisi, in cui il freddo estremo forma cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule batteriche, danneggiando le loro membrane. Questo metodo è particolarmente efficace contro batteri come Pseudomonas aeruginosa, comuni negli ambienti umidi, e non compromette le fibre tessili.
Procedura per un trattamento criogenico efficace
Per implementare correttamente il trattamento criogenico, è fondamentale iniziare con un lavaggio dell’accappatoio a 60°C, al fine di ridurre la carica batterica iniziale. È essenziale che il tessuto sia umido ma non inzuppato, poiché questa umidità residua favorisce la formazione di microcristalli di ghiaccio all’interno delle fibre, aumentando l’efficacia del trattamento antibatterico.
Una volta lavato, il tessuto deve essere riposto in un sacchetto per freezer a tenuta ermetica, preferibilmente doppio, per prevenire contaminazioni. Il tempo di permanenza nel congelatore deve essere di almeno sei ore, ma per risultati ottimali si consiglia di prolungare a dodici ore. Dopo il congelamento, è importante lasciar acclimatare l’accappatoio a temperatura ambiente prima di procedere a un secondo lavaggio delicato, per rimuovere eventuali cellule batteriche inattivate.
Asciugatura all’aria: un passo fondamentale per la disinfezione
L’asciugatura al sole rappresenta una fase cruciale del processo di disinfezione. Ricerche condotte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie hanno dimostrato che un’ora di esposizione alla luce solare diretta può ridurre la carica di Moraxella osloensis del 98,7% su tessuti di cotone. I raggi UV-C hanno la capacità di denaturare il DNA batterico, creando una barriera protettiva contro future contaminazioni.
Questa combinazione di congelamento e asciugatura al sole fornisce un approccio completo: il congelamento inattiva i batteri già presenti, mentre l’esposizione al sole completa il processo di disinfezione e previene la ricolonizzazione batterica. È essenziale che il tessuto sia completamente asciutto prima di riporlo, per mantenere i risultati ottenuti.

Indicazioni per un uso strategico del congelamento
Il trattamento criogenico dovrebbe essere adottato in modo strategico, specialmente quando gli odori persistono nonostante lavaggi accurati, durante i cambi di stagione o in ambienti particolarmente umidi. Non è consigliabile utilizzare questo metodo come routine settimanale, ma piuttosto come intervento mirato per affrontare specifici problemi di colonizzazione batterica.
È importante notare che il congelamento può essere meno efficace contro spore fungine o batteri sporigeni, e che i tessuti trattati con nanoparticelle d’argento potrebbero subire microfratture durante il congelamento. Si raccomanda di limitare l’uso del trattamento per accappatoi in lana a 4-5 volte all’anno, per evitare stress eccessivo sulle fibre.
La superiorità del trattamento criogenico rispetto ai metodi tradizionali
Il congelamento rappresenta una soluzione innovativa rispetto ai metodi tradizionali di disinfezione. Mentre l’uso della candeggina agisce solo sulla superficie e può danneggiare i colori, e l’aceto non riesce a penetrare nelle fibre spesse, il trattamento criogenico riesce a raggiungere ogni parte del tessuto senza lasciare residui chimici.
A differenza dei lavaggi ad alta temperatura, che potrebbero favorire la formazione di spore resistenti, il congelamento agisce in modo diverso, attenendosi ai principi naturali della criobiologia. Questa tecnica non solo offre un’efficacia superiore, ma contribuisce anche a ridurre l’uso di sostanze chimiche aggressive, limitando il consumo di acqua e prolungando la vita utile dei tessuti, unendo scientificità e sostenibilità.